La vendita online occasionale riguarda chi lavora come freelance e offre prestazioni occasionali via Internet.
Egli può esercitare libera attività fino a 5.000 euro l’anno di ricavi, rilasciando ricevuta con l’indicazione di prestazione occasionale ai sensi dell’articolo 67 lettera i) del DPR 917 del 1986. La nota sarà soggetta a ritenuta d’acconto del 20% (redditi da inserire in dichiarazione dei redditi) e, nel caso di compensi superiori a 77,47 euro, a imposta di bollo. Oltre 5.000 euro è necessario aprire Partita IVA e iscriversi alla Gestione Separata INPS.
Attenzione: non tutte le attività di commercio elettronico rispettano il requisito della “occasionalità” e sempre più frequentemente la Guardia di Finanza esegue accertamenti sui venditori che si celano dietro finte prestazioni occasionali.
In sintesi: chi offre i propri servizi professionali usando il web per trovare clienti o che effettua vendite occasionali su eBay può evitare di aprire Partita IVA fino ad un reddito non superiore a 5.000 euro annui; se intende avviare un e-commerce, acquistare merci e rivenderle al consumatore deve aprirla poiché è assente l’occasionalità della prestazione.
Se il fatturato è realizzato all’estero ci sono altre limitazioni.